Queste frittelle ricordano le crespelle di riso che si fanno in Sicilia per la festa del papà che, a loro volta, ricordano i dolci arabi per il loro essere intrisi in una bagna dolce. Queste crespelle, che si trovano anche con il nome di zeppole, hanno la forma lunga a sigaro e non prevedono l’uso delle uova, ma della farina per tenere insieme l’impasto ed una volta fritte, invece che essere ripassate nello zucchero, vengono cosparse con il miele e poi spolverate con lo zucchero semolato.
Io ho preparato quelle che si chiamano a Firenze “frittelle di riso” o “frittelle di San Giuseppe” e sono tipiche dei mesi di febbraio e marzo, della festa del papà e del Carnevale. Nel senese si trovano anche con il nome di Sommommoli.
Ammetto di non aver mai preparato le frittelle di riso fino ad oggi. Le faceva sempre il mio babbo, ma ormai non si muove più dal letto e quindi, anche per tirare un po’ su il morale di casa ho deciso di passare la domenica a friggere a casa della mamma. Mi son portata dietro la nipote per rafforzare il tono ed abbassare la media dell’età, visto che oltre ai miei ultra novantenni va aggiunta pure la zia Paola ottantenne.
La ricetta del babbo é venuta benissimo. Ho però utilizzato, per comodità, il cucchiaio per fare le palline di gelato per prendere l’impasto e versarlo nell’olio e quindi le mie frittelle son venute un po’ più grandi e rotonde. Il babbo prendeva l’impasto con il cucchiaio e lo spingeva con un dito nell’olio e così venivano di sicuro più piccole rispetto alle mie. Ho poi alleggerito mettendo meno uova e meno zucchero.
Ho passato questa domenica d’inizio febbraio tra la pentola dell’olio e la zuppiera dell’impasto. Mentre io friggevo mamma, zia e nipote facevano scolare le frittelle in un colino, e poi le sistemavano sulla carta e poi in un vassoio. Ecco… ho fritto 1 kg di riso e quel vassoio non si è mai riempito! Quante ne friggevo, quante quelle tre se ne mangiavano!
E poi bevevano liquori tipo “dolci tentazioni, finocchietto“, “gemma d’oro“, “voce e note” … A me parevano tutte un po’ sbronze. In tutto questo miscuglio di fritto e liquori la zia ha raccontato che la vicina le ha detto che “googo” le ha fatto una foto per strada mentre camminava con il cane e che ora tutti la possono vedere su internet. La mia mamma ha chiesto, indignata, chi fosse questo Ugo che si permetteva di farle le foto e farle vedere a tutti!
Ecco a voi le frittelle di una domenica Googo un po’ Ugo!
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1 kg di riso da dolci Il riso va bollito la sera prima insieme al vin santo e allo zucchero. I chicchi devo essere ben cotti e l’impasto denso. Aggiungere le scorze grattugiate e lasciar il tutto riposare una notte. Quando siam pronti per friggere mescolare i tuorli. Dividere l’impasto in 4 parti. Montare a neve gli albumi e metterne un quarto in una ciotola con un quarto dell’impasto e metà di una bustina di lievito e 2/3 cucchiai di farina. Iniziare così a friggere e preparare le restanti ciotole via via che se ne finisce una questo perchè l’albume potrebbe smontarsi e il lievito perdere di forza. Scolare le frittelle in un colino e poi distenderle sulla carta assorbente. Solo quando saranno per asciutte sistemarle in un vassoio e cospargerle di zucchero semolato. Ingredienti
2 litri di latte
800 ml di acqua
1 cucchiaino di sale
600 g di zucchero semolato (più altri 100 g per guarnire)
60 ml di vinsanto
la scorza di 2 arance
la scorza di 2 limoni
10 tuorli
5 albumi
2 bustine di lievito da dolci
olio di girasole per friggereprocedimento